lunedì 16 novembre 2015

13 novembre ...

Post realizzato con gli studenti di seconda A, B e C afm. Di seguito sono riportati estratti dei lavori svolti in classe dopo la lettura dei giornali.





L’ISLAM NON è ISIS.

La colpa di tutte le vittime, di tutti gli attentati, viene attribuita ai musulmani, che da molti anni vengono offesi e umiliati dall’arroganza dell’occidente. E’ sbagliato dare la colpa a tutto il popolo islamico, è sbagliato emarginarli dalla società per colpa dei  pregiudizi. Noi non dobbiamo rispondere alla guerra contraccambiando con un’altra guerra, perché non c’è guerra che possa dar fine alle altre guerre. I componenti dell’ISIS sono tutte persone di fede islamica, ma la causa degli attentati non è la religione. Noi occidentali vediamo solamente ciò che succede nel nostro territorio, e non pensiamo a quello che succede alle persone innocenti tanto quanto noi, non pensiamo alla distruzione e alle vittime della Siria, della Libia, dell’Iran, dell'Afganistan, dell’Iraq.... Noi non pensiamo al fatto che con i bombardamenti che stiamo attuando in questi paesi provocano, oltre alla morte di alcuni componenti dell’ISIS, anche la sofferenza di migliaia di persone innocenti che non hanno niente a che fare con i terroristi. "Immaginare la sofferenza degli innocenti che vengono uccisi, è il primo passo per poter capire il mondo." (Gandhi) 

(Alessia, Kristina 1Cafm - Con l'aiuto del libro "Lettere contro la guerra" di T. Terzani)


NON C’ENTRA NULLA L’ISIS CON L’ISLAM
Non fatevi ingozzare dalle stronzate mediatiche come quest’altra trovata dai social #prayforparis, mentre altrove dove muoiono centinaia di persone si sta tutti zitti… In parole povere è giusto dare solidarietà alla Francia dopo questo attentato, ma non solo per moda. Quella che stiamo vivendo sui social nelle ultime ore non si chiama solidarietà. 
(Andrea, Aicha, Luca, Martina, Anna 1Cafm - Con l'aiuto del quotidiano "Repubblica")

PARIGI IN LUTTO
È ingiusto che le persone innocenti vengano coinvolte e vengono uccise così brutalmente, ma la religione islamica è solo una scusante, perché nessuna religione al mondo dice di uccidere altre persone. Ora bisogna unirsi e combattere il terrorismo con la pace. 
(Alice, Denise, Caterina, Elena, Teresa 1Cafm - Con l'aiuto del quotidiano "Il Giornale")

ATTENTATO A PARIGI
Tutti questi atti di terrorismo non sono affatto opera di veri musulmani credenti. Le persone non devono dare lo stereotipo di terroristi ai musulmani perché anche loro sono tra le vittime. Il fatto che i terroristi urlavano "Allah è grande" è stato solo una scusante, il corano non insegna ad uccidere, ma a tollerare. Ancora una volta tirano in ballo Allah e la religione islamica come nei precedenti attacchi nelle moschee.
(Adele, Angelica, Alessia, Samira, Verka 1Cafm - con l'aiuto del quotidiano "Corriere delle sera")

LIBERTÀ, UGUAGLIANZA e FRATERNITÀ
“La Francia è in guerra, ma il terrorismo non distruggerà mai la République, perché sarà la République a distruggerlo” Così si è rivolto il Presiedente francese all’Assemblea nazionale. “Voi siete i rappresentanti di un popolo libero, invincibile quando è unito”. Il suo lungo discorso è stato accolto dal congresso con una standing ovation, e con il canto della Marsigliese. Alle Camere riunite ha detto che il “… trattato dell’Unione Europea prevede che quando uno Stato è aggredito, tutti gli Stati membri devono apportare il loro sostegno di fronte all’aggressione”.
Ma quali sono le cause di questa tragedia? Chi sono i colpevoli? È giusto attribuire tutta la colpa a queste persone? Cosa succede nei loro Paesi? Queste sono domande alle quali quasi nessuno vuole rispondere, ma dovremmo cominciare a domandarci perché nessuno parla di ciò che succede nei loro Paesi e perché sono arrivati a tanta brutalità.
Non dobbiamo attribuire l'essere jihadisti alle persone musulmane, secondo noi questo sarebbe uno degli aspetti più terribili, perché ci porterebbe indietro di moltissimi anni, quando le persone venivano uccise e torturate per la razza a cui appartenevano.
(Giulia, Margherita, Shimul 1Aafm – Con l’aiuto del quotidiano “Il giornale”)

???
Da questa notte sappiamo che cosa è una guerra nel cuore di una città. Sappiamo che ora si può morire come a Bagdad, come a Beirut, come a Tripoli.Un attacco terroristico sferrato alla capitale francese che ha fatto "rivivere" la tragedia del 11 Settembre. Ciò è la prova che la nostra vita di europei liberi non sarà come prima.
Secondo noi questi sono atti provocatori per far scoppiare una guerra.
(Andrea, Iginio, Tommy, Simone 1Aafm – Con l’aiuto del quotidiano “Repubblica”)

LA PAURA HA CONTAGIATO TUTTA L’EUROPA
Hannover – La partita di calcio Germania-Olanda è stata annullata pochi minuti prima del fischio d'inizio lo stadio è stato evacuato per quello che la polizia tedesca ha definito un "allarme concreto". Sempre ad Hannover era stato segnalato un pericolo per l'arena TUI, dove era in programma il concerto del gruppo "Soehne Mannheims". Un’area della stazione ferroviaria della città è stata isolata per la presenza di un pacco sospetto.
Bruxelles – la partita di calcio Belgio Spagna è stata annullata dopo l'innalzamento del livello di rischio terrorismo. Una notizia che sottolinea, ancora di più, il livello di allarme che riguarda l’Europa. È brutto che questa situazione ci sia, e che si è espansa anche nel mondo dello sport e del calcio. Lo sport è una bellezza, non bisogna rovinarla!
(Mark, Nicholas, Roberto 1Bafm – Con l’aiuto del quotidiano “Corriere della sera”)

L’INVASIONE E’ GIA’ INIZIATA, L’EUROPA VA DIFESA
Siamo in guerra. Parigi é stata trasformata in un campo di battaglia. Questa é una guerra dove in realtà il principale nemico da combattere siamo noi stessi, la nostra ignoranza, il condizionamento degli interessi materiali, la collusione ideologica di una maggioranza che concepisce l'Islam come una religione di pace e immagina i terroristi islamici come una scheggia impazzita che tradirebbe il vero “Islam”. Abbiamo paura che tutti i mussulmani siano terroristi solo perché difendono la bontà dell'Islam, ma visto che non sappiamo chi siano i terroristi, c'è la prendiamo anche con i mussulmani moderati e integralisti.
I fatti di questi giorni non sono casuali, ma sono un avvertimento da parte dei terroristi islamici, una sorta di vendetta contro la Francia a causa dei ripetuti bombardamenti sulle basi islamiche e l'uccisione del loro boia Jihadi John.
(Angelo, Davide, Federico, Giorgio 1Bafm – Con l’aiuto del quotidiano “Il Giorno”)

VALERIA
Valeria, ragazza con un sorriso timido e occhi limpidi, ha scelto Parigi come luogo in cui formarsi e vivere. Quel venerdì sera si trovava al teatro Bataclan con il suo fidanzato. Durante l’assalto, Valeria, aggredita dalla paura, non ha preso né borsa né cellulare, pensando solamente a uscire e a salvarsi, ma probabilmente è andata in contro ai suoi carnefici, che stavano sparando a chiunque si avvicinasse. È stata una brutta esperienza per tutti coloro che si trovavano nei luoghi colpiti dai terroristi, ma bisogna sperare che non si ripeta mai più, che dopo questo attentato i paesi dell'Unione europea e del mondo, si alleino per sconfiggere una volta per tutte questa organizzazione terroristica.
(Federico, Giulia, Nicola, Stefano 1Bafm – Con l’aiuto del quotidiano “Libero”)

STRAGE AL BATACLAN
Un venerdì che nessuno dimenticherà mai, quello che è successo al BATACLAN, dove diversi uomini sono arrivati verso le nove e mezza cominciando a sparare con fucili d'assalto sulle persone. Una testimonianza che ha sconvolto il mondo europeo riporta:
"Ho visto il viso dell'autista e quello del passeggero solo perché, usando lo smartphone, la luce dello schermo gli aveva illuminato il volto. É stato l'uomo seduto al posto del passeggero ad usare il cellulare per primo era un europeo. Anche l'autista sembrava europeo, ma sembrava fossero convertiti all’Islam. Dentro al BATACLAN,raccontano i superstiti,il massacro é durato dieci quindici minuti ed è stata la strage più tragica della serata. Queste cose non dovrebbero accadere, perché possono condizionare gravemente il nostro futuro.
(Andrea, Federico, Giovanni, Linda 1Bafm – Con l’aiuto del quotidiano “Repubblica”)

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